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A San Martìn, castagne e vìn!

L’11 novembre si festeggia San Martino, uno dei santi più celebri fin dal Medioevo, legato a moltissimi proverbi, leggende, usanze e tradizioni gastronomiche anche nelle nostre zone.

La leggenda narra che un giorno, quando Martino era ancora un soldato romano, incontrò un povero mendicante infreddolito. Martino, senza pensarci, tagliò con la spada il proprio mantello e lo offrì al mendicante. Immediatamente il sole si alzò in cielo riscaldando l’aria con il suo caldo tepore. La notte stessa Martino sognò che Gesù gli riportava il mantello. Al risveglio trovò il mantello veramente intatto, e questo lo convinse a farsi battezzare e lasciare le armi.

Per questo i giorni caldi intorno all’11 novembre vengono chiamati l’estate di San Martino!

In passato, probabilmente per la vicinanza del Capodanno celtico, il 31 ottobre, San Martino era festeggiato quasi come un capodanno. Fino al secolo scorso, l’11 novembre cominciavano tutte le attività dei tribunali e delle scuole, si tenevano elezioni e in alcune zone scadevano i contratti agricoli e di affitto. Tuttora si dice “far San Martino” quando si trasloca di casa.

A Venezia i bambini girano per le calli battendo pentole e coperchi domandando monete o caramelle e cantando filastrocche:

San Martin xe ‘ndà in sofita, a trovar la so novissa. So novissa no ghe gera, el xe ‘ndà col cuo par tera. Viva viva san Martìn, Viva el nostro re del vìn!

Quando hanno ricevuto qualcosa proseguono con:

E con questo ringraziemo, del bon anemo e del bon cuor, ‘N altro ano tornaremo, se ghe piase al bon Signor. E col nostro sachetin, Viva, viva S. Martìn.

Se non hanno ricevuto niente invece cantano:

Tanti ciodi gh’è in sta porta. Tanti diavoli che ve porta. Tanti ciodi gh’è in sto muro. Tanti bruschi ve vegna sul culo.

Con i soldini ottenuti i bambini possono comprare il tipico dolce di San Martino, a forma di cavaliere a cavallo.

Tradizionalmente in queste giorni viene assaggiato il vino novello, per questo ci sono tutt’ora molte sagre e molto proverbi legati al vino:

A San Martìn, castagne e vìn
(a San Martino, castagne e vino)

A San Martin casca le foje e se beve el bon vin
(a San Martino cadono le foglie e si beve il vino buono)

A San Martìn el mosto deventa vìn
(a San Martino il mosto diventa vino)

Quando che’l vìn no xe pì mosto, la castagna xe bona a rosto
(quando il vino non è più mosto, la castagna è buona arrostita)